IPOTIROIDISMO E TIROIDE SECCA

 Ipotiroidismo e Tiroide Secca

COME FUNZIONA LA TIROIDE


La tiroide è una ghiandola endocrina lunga circa 5-8 cm e larga 3-4, situata nella parte anteriore del collo – più o meno all’altezza della quinta vertebra cervicale – e dalla tipica forma a farfalla, con due lobi uniti da un istmo.

La tiroide sintetizza principalmente due ormoni chiamati T4 e T3 (tiroxina e triiodotironina); in realtà secerne anche T1 (mono-iodio tironina) e T2 di-iodio tironina, che però rappresentano solo un 4% degli ormoni prodotti. 

Il T4 è quello maggiormente prodotto (80% ), mentre per quanto riguarda il T3 siamo nell’ordine del 15-16%.

Gli ormoni tiroidei sono fondamentali nel controllo di quasi tutti i processi corporei:


• nel metabolismo,

• nei processi di crescita e sviluppo cerebrale,

• nella funzionalità del sistema nervoso,

• nella funzionalità del sistema cardiovascolare e

• nella funzionalità del sistema riproduttivo.


E’ importante accertare un perfetto funzionamento della ghiandola in particolare durante la crescita, lo sviluppo e la senescenza.

La produzione di T4 e T3 viene regolata dal TSH, un ormone secreto dall’ipofisi.

La tiroide interviene nel buon funzionamento di quasi tutti i nostri organi; i segnali di una sua eventuale disfunzione sono normalmente aspecifici, con sintomi di natura molto diversa tra loro. 

Nel caso non funzionasse bene, ad esempio se riscontriamo un calo nella produzione di ormoni (ipotiroidismo ), avremmo un rallentamento della funzione organica, un deficit di produzione di calore nell’organismo con aumento del pannicolo adiposo (ingrassamento), una riduzione del metabolismo basale, un rallentamento del cuore e la mente torbida e confusa.

Nel caso ci sia un eccesso di produzione di ormoni (ipertiroidismo ) l’organismo “brucia “ le riserve energetiche a tutti i livelli, l’eccesso di produzione di calore determina una diminuzione del pannicolo adiposo (dimagrimento), aumenta il metabolismo basale con cuore che accelera (possibili fibrillazioni), la mente diventa preda di ansia, vi è iperattività, ideazione vorticosa e disordinata.



    ft3 e fT4


La tiroide sintetizza principalmente due ormoni chiamati T4 e T3 (tiroxina e triiodotironina); in realtà secerne anche T1 (mono-iodio tironina) e T2 di-iodio tironina, entrambi i quali però rappresentano solo un 4% degli ormoni prodotti. 
LaT4 è quella maggiormente prodotta (80% ), mentre per quanto riguarda la T3 siamo nell’ordine del 15-16%.  La T4 viene poi trasformato dalla deiodinasi in T3 che è l’omone attivo; quest’ultima agisce a livello periferico andando a legarsi a specifici recettori presenti a livello cellulare, facilitando il processo di produzione di energia.
Quindi possiamo considerare la T4 come il precursore dell’ormone attivo.
Oltre il 99% degli ormoni tiroidei presente nel sangue è legato a proteine. La parte attiva è quella libera (free) da questo legame, quindi una percentuale minima rispetto al totale degli ormoni prodotti.
Ecco spiegato perchè  in laboratorio normalmente si misura la frazione libera di T3 e T4, definita fT3 e fT4.




     Domande sulla tiroide:

Queste sono le domande che più frequentemente  mi rivolgono le mie pazienti con problematiche tiroidee:

Cosa è la tiroide?
La tiroide è una ghiandola endocrina, situata nella parte anteriore del collo, davanti alla trachea. Ha una forma di farfalla, ed è costituita da due lobi, ciascuno dei quali misura circa 4-5 cm., ha uno spessore di 1-2 cm. e pesa circa 20-25 grammi. Produce T4 tiroxina e T3 triiodiotironina, due ormoni di derivazione aminoacidica. Produce anche T1 e T2 che hanno minor importanza dal punto di vista funzionale.

Qual è il ruolo fisiologico della tiroide?
La funzione della tiroide è quella di regolare i processi metabolici, cioè l'utilizzazione dell’ossigeno e conseguente produzione di energia a livello delle cellule (mitocondri) e di conseguenza di tutto l’organismo.
Nella prima parte della vita, ha una funzione sulla crescita e sulla maturazione tissutale, quindi agisce a livello del tessuto nervoso, gastro-enterico, cardiaco, su capelli, ossa e arterie, praticamente su tutto l’organismo.
E’ importante accertare il perfetto funzionamento della ghiandola, in particolare durante crescita, sviluppo e senescenza.

Cosa succede se la tiroide non funziona correttamente?
Nel caso di un deficit avremo:
• un rallentamento di ogni funzione organica
• un deficit di produzione di calore del corpo con aumento del pannicolo adiposo (ingrassamento)
• una riduzione del metabolismo basale, con il cuore che rallenta
• mente che diventa torbida e confusa
Si è visto che il 20% dei pazienti con depressione hanno un deficit tiroideo.

Nel caso di un eccesso di ormoni tiroidei avremo:
• un organismo che brucia le riserve a tutti i livelli, con tessuti che diventano sclerotici
• un aumento della produzione di calore con dimagrimento
• un aumento del metabolismo basale, con cuore che accelera fino a fibrillazione e infarto
• mente che diventa preda di ansia, ideazione vorticosa, disordinata.

Perché la tiroide si ammala facilmente?
La tiroide è l’organo più vascolarizzato dell’organismo. La cellula tiroidea è una cellula facilmente esposta al danno, in quanto al suo interno avvengono reazioni ossidative che, se molto intense, possono portare alla rottura della cellula stessa. 
Per questo motivo è importante, in particolari fasi della vita, aiutare la tiroide con dei cicli di antiossidanti.

Perché le patologie della tiroide colpiscono prevalentemente il sesso femminile?
La tiroide ha un ruolo preminente nel sesso femminile, in quanto è sottoposta a particolare sforzo nel periodo dello sviluppo fetale e nell’allattamento. Inoltre il sistema immunitario femminile, per ragioni evolutive, è molto più efficiente e aggressivo rispetto a quello maschile.
Questo spiega la sempre maggiore frequenza di diagnosi di patologie autoimmuni a carico della tiroide nelle donne.

Perché lo iodio e il selenio sono importanti per la tiroide?
Lo iodio è un oligoelemento fondamentale nella sintesi degli ormoni tiroidei T1, T2, T3  e T4; si differenziano tra di loro per il numero di atomi di iodio che sono legati alla tirosina.
Se si vuole fare un'integrazione è sempre preferibile farla nella forma organica, con ad esempio lo iodio delle alghe.
Per quanto riguarda il sale, al posto del classico sale iodato da cucina, è consigliato quello grigio integrale dell’Oceano Atlantico.
Il selenio è importante in quanto catalizza la trasformazione del T4 in T3 (ormone attivo) a livello dei tessuti, quindi una sua carenza porta a una diminuzione di T3; inoltre è un antiossidante, quindi ha azione protettiva nei riguardi della cellula tiroidea.
In soggetti con Tiroidite autoimmune si è notata una diminuzione di autoanticorpi (in particolare anti-TPO ) dopo somministrazione di Selenio.

Quali sono gli alimenti importanti per la tiroide?
Ci sono cibi che migliorano la funzione tiroidea:
- alimenti contenenti iodio (alghe,  frutti di mare, latte, yogurt, uova, mozzarella, spinaci);
- alimenti contenenti selenio (noce brasiliana, la più ricca, senape, rognone, curcuma, funghi, fieno greco, zenzero, tonno al naturale, germe di grano.
Ci sono invece cibi che diminuiscono la funzione tiroidea:
- alimenti estrogenici, quali isoflavoni contenuti nei cibi a base di soia, e tendenzialmente tutte le fabacee, come piselli, fagioli, lenticchie e fave;
- alimenti contenenti tiocianati quali, in particolare, broccoli, ma in generale tutte le crucifere come cavolo, cavolfiore, cavoletti di Bruxelles, crescione e rucola.





                 terapia       nell'ipotoridismo

In caso di ipotiroidismo, il medico normalmente prescrive

EUTIROX e TIROSINT: versione sintetica dell’ormone T4.
LIOTIR: è l’ormone T3 (l’ormone attivo) in versione sintetica.
TIROIDE IBSA: combinazione sintetica degli ormoni T4 e T3.

L’alternativa è una terapia naturale, utilizzata dalla fine dell’ottocento fino agli anni sessanta, poi abbandonata e sostituita dagli ormoni sintetici: si tratta della tiroide del maiale, essiccata, polverizzata e infine confezionata.
La tiroide secca viene dosata in grani. Il grano (gr.) è una misura anglosassone equivalente a 65 mg.
Esiste nei seguenti dosaggi: 
¼ gr, ½ gr, 1 gr, 2gr, 3 gr, 4gr, 5gr.
Particolarità della tiroide secca è che, essendo di derivazione naturale, contiene, oltre che il T4 e il T3 in rapporto standardizzato , anche il T1 e il T2, così come la calcitonina e altri derivati naturali. Per questo motivo è considerata il preparato ormonale più completo ed, essendo di origine naturale, quello che meglio riesce a sopperire alla ridotta o mancata produzione di ormoni da parte della tiroide.

Viene venduta con ricetta medica; in Italia viene considerata obsoleta, la si può trovare a San Marino, in Svizzera o nella Città del Vaticano.
Una critica che viene mossa contro la tiroide secca è che non vi sia una costante e stabile quantità di ormoni T4 e T3. Questo non è vero, in quanto la USP (Tiroide Secca USP, che viene importata dall’America) rispetta delle norme molto rigide e in tutti i lotti di tiroide secca devono essere standardizzati i livelli di T4 e T3.


   T3 reverse e ipotoroidismo

Talvolta ci può essere una situazione di ipotiroidismo , nonostante ciò i valori T3 e TSH siano nella norma.
La causa di questa anomalia la si può imputare  ad un aumento della T3 reverse.
La tiroide sintetizza principalmente due ormoni chiamati T4 e T3 (tiroxina e triiodotironina), in realtà la tiroide secerne anche T1 (mono-iodio tironina) e T2 di-iodio tironina che però rappresentano solo un 4% degli ormoni prodotti. 
Il T4 è quello maggiormente prodotto, (80% ) per il T3 siamo nell’ordine del 15-16%. E’ ben noto che solo il 20% della T3 circolante deriva dalla diretta produzione tiroidea mentre il restante 80% deriva dalla conversione periferica della T4,
La produzione di T4 e T3 viene regolata dal TSH, un ormone secreto dall’ipofisi.
La T3 è 4 volte più potente della T4, ed è la T3 che agisce a livello periferico legandosi ai recettori delle varie cellule dei tessuti. Quindi possiamo considerare la T4 precorritrice dell’ormone attivo.
Gli ormoni tiroidei sono legati per il 90% a proteine di trasporto e solo una piccola parte il meno dell’1% è libera , ed è proprio questa quella metabolicamente attiva.
Negli esami del sangue viene misurata la frazione libera della T4 e della T3. (fT4 e fT3 dove f sta per free )
La trasformazione del T4 in T3 avviene grazie ad una famiglia di enzimi, noti anche come desiodasi (D1, D2, D3). Mentre D1 e D2 contribuiscono in maniera sostanziale alla produzione dell’ormone tiroideo metabolicamente attivo, trasformando la T4 in T3, la D3 svolge il ruolo opposto, infatti stimola la trasformazione del T4 in T3 reverse (rT3).
Questo è importante in quanto la rT3 è una forma di T3 biologicamente inattiva. Possiamo considerare questa produzione di rT3 come una sorta di controllore della T3 attiva, per evitare che ci sia un’eccessiva esaltazione del metabolismo.
Normalmente il rapporto tra T3 attivo e T3 reverse è 60 /40, può succedere che in particolari situazioni la rT3 possa aumentare in percentuale. In questo caso superando la t3 attiva si va incontro a ipotiroidismo, con relativi sintomi, caratterizzato da un TSH nella norma in quanto lo sono anche i valori di fT4 e fT3.
Vediamo quali possono essere le possibili cause:
Stress psicologico con eccessiva produzione cortisolo
Terapie steroidee
Carenza di ferro
Digiuno
Eccessiva attività fisica
Carenza vitamine B12, B6 e C




   ALIMENTAZIONE E IPOTIROIDISMO

Esistono cibi e bevande che sono particolarmente utili per la tiroide.
Migliorano la funzione tiroidea:
- Cibi ricchi di iodio: alghe, yogurt, latte di mucca, uova, fragole, mozzarella, spinaci, aglio, frutti di mare. Tutti questi alimenti stimolano la funzione tiroidea;
- Cibi ricchi di selenio: funghi, zenzero, curcuma, fieno greco. Modulano le spinte autoimmuni, in cui la tiroide è spesso interessata (tiroidite hashimoto).
Ricordo che lo iodio è un componente fondamentale degli ormoni tiroidei, mentre il selenio, oltre ad essere un antiossidante, modula la trasformazione del t4 in t3 (ormone attivo).

Ci sono poi alimenti importanti, come il cetriolo, che con le sue proprietà (detossificante, diuretico, antiossidante) è ottimo in quanto antagonizza il rallentamento metabolico, e l’accumulo di liquidi a livello corporeo tipico dell’ipotiroidismo.
Altri alimenti, come il sedano e le carote, appartenenti alla famiglia delle umbellifere, hanno la capacità di sensibilizzare alla luce la quale indirettamente stimola la tiroide,  con conseguente effetto positivo non solo sulla mente ma anche sul torpore mentale tipico dell’ipotiroideo. 

Cibi che invece rallentano la funzione tiroidea sono:
- la soya, ma tendenzialmente tutte le fabacee, quindi i legumi, sono utili in caso di ipofunzione tiroidea.
- cavoli, broccoli, ravanelli sono utili ad ostacolare l’assorbimento dello iodio.



                  SELENIO E IPOTIROIDISMO

Il selenio è stato descritto per la prima volta nel 1817 e il nome che gli è stato attribuito deriva dal termine greco selene.
Gli alimenti fonte naturale principale di selenio sono: fegato, pesce, molluschi, crostacei, latte e derivati, noci, arachidi, frutta, vegetali, funghi, riso, lievito di birra e carne. 
Negli ultimi anni, si è evidenziata nella popolazione europea una riduzione dell’introito di selenio con la dieta (in quanto gli alimenti ne sono sempre meno ricchi per motivazioni legate alle modalità di coltura dei campi), che determina una carenza di selenio con percentuali di deficit variabili da paese a paese.
Questo è un problema, in quanto il selenio svolge azioni di tipo difensivo e regolatorio nel nostro organismo.
Questo elemento, infatti, è fondamentale per il funzionamento di alcuni enzimi, chiamati appunto seleno-proteine, i quali, senza selenio, non sono in grado di funzionare correttamente.
Esistono almeno trenta seleno-proteine, ma quelle più importanti possono essere ridotte a tre:
a) la glutatione-perossidasi: enzima con azione antiossidante, in grado di ridurre gli effetti tossici dei radicali liberi, di ridurre la morte cellulare per apoptosi e di modulare la sintesi della tireoglobulina (TG) e degli ormoni tiroidei (T4, T3).
b) la iodiotironina deiodinasi: rappresentata da una famiglia di enzimi, noti  anche come desiodasi (D1, D2, D3). Mentre D1 e D2 contribuiscono in maniera sostanziale alla produzione dell’ormone tiroideo metabolicamente attivo, trasformando la T4 in T3, la D3 svolge il ruolo opposto, presiedendo alla degradazione della T3 in T2 (prodotto metabolicamente inattivo). La presenza di selenio in concentrazione plasmatica sufficiente è fondamentale per il funzionamento di questi enzimi e, conseguentemente, per la produzione di ormone tiroideo attivo (T3).
c) la tioredoxina reduttasi: ha un’azione ossido-riduttiva per cui protegge dallo stress ossidativo.
Appare evidente che il buon funzionamento di questi enzimi selenio-dipendenti è fondamentale per l’integrità della tiroide. 
Non a caso, infatti, la tiroide è il tessuto umano in cui vi è la più alta concentrazione di selenio ed al suo interno la concentrazione di selenio può rimanere stabile anche per molto tempo, indipendentemente dall’introito dietetico e dalla disponibilità nell’organismo.

Studi hanno dimostrato che a bassi livelli ematici di selenio corrisponde un aumento dello stress ossidativo e del danno a livello del tessuto tiroideo, con riduzione della produzione degli ormoni tiroidei e conseguente ipotiroidismo.
E’ probabile, pertanto, che una carenza di selenio possa innescare e mantenere una tiroidite autoimmune in pazienti predisposti allo sviluppo della malattia.
Pertanto la supplementazione di selenio potrebbe avere un grande impatto, dato che la tiroidite cronica autoimmune è tra le patologie endocrine più frequenti, interessando circa il 10% della popolazione femminile ed il 2% di quella maschile. Inoltre, la tiroidite autoimmune è in progressivo aumento e rappresenta la causa più frequente di ipotiroidismo (50-80% dei casi).



        prolattina e ipotiroidismo

Il Tsh elevato è espressione di ipotiroidismo come conseguenza di questo aumento si ha una elevazione dei livelli di prolattina. Questo è spiegato dal fatto entrambi sono regolati dall'ormone ipotalamico Trh. 
Il livello normale di prolattina è indicativamente nelle donne non in gravidanza inferiore a 25 ng/mL; nelle donne incinte compreso nel range 34-386 ng/mL, negli uomini (non si tratta infatti di un ormone esclusivamente femminile, anche gli uomini lo hanno) non supera i 15 ng/mL.
Alti valori di prolattina possono portare a conseguenze cliniche come impotenza e la ridotta fertilità nell'uomo, la irregolarità mestruale fino all'amenorrea con anomala secrezione di latte (galattorrea) nella donna. 

Inoltre essendo la prolattina un ormone della crescita, se si ha un valore nel sangue superiore alla norma, si viene a creare in soggetti predisposti una situazione potenzialmente pericolosa per lo sviluppo di tumori a mammella e prostata.
Alti livelli di prolattina possono essere inibiti dalla melatonina o da 5-htp ( 5-idrossitriptamina ) suo precursore. 



         celiachia e ipotiroidismo

La celiachia è una malattia autoimmune causata da intolleranza al glutine, e più precisamente dalla reazione dell’organismo alla prolamina, una proteina presente nel grano e in altri comuni cereali, quali orzo, segale, avena, farro. 
Quest’ultima innesca, una complessa risposta immune avente come bersaglio ultimo la mucosa intestinale, che si traduce in lesioni della mucosa stessa in grado di causare alterazioni dell’assorbimento. La malattia è caratterizzata da infiammazione e progressiva atrofia dei villi intestinali che regredisce dopo avere eliminato il glutine dalla dieta.
Questa reazione immunitaria-infiammatoria anomala si ripercuote a vari livelli, uno degli organi che frequentemente viene interessato è la tiroide, molto probabilmente ciò è dovuto alla sua ricca vascolarizzazione ed alla sua fragilità, e anche per la condivisione di uno o più geni responsabili della celiachia e della tireopatia. Anche se non esistono dati precisi a riguardo, statisticamente i malati di celiachia sono comunque più soggetti a tiroidite di Hashimoto e morbo di Basedow.
Quindi è molto importante in soggetti con celiachia monitorae la funzionalità della tiroide.
E viceversa in pazienti con tiroidite di Hashimoto o morbo di Basedow, fare esami specifici per la celiachia, tenuto conto che i sintomi di questa malattia possono a volte anche non essere presenti, complicando la sua identificazione. Si stima che in Italia ne soffra una persona su 100, con 10.000 nuovi casi ogni anno.
Oggi l’unica terapia efficace per la celiachia consiste nell’esclusione dalla dieta di ogni cibo contenente anche minime quantità di glutine. Naturalmente quindi pasta, pane, pizza, biscotti, snack e merendine, fino a un’ampia gamma di alimenti che potrebbero contenerne piccole tracce.


         vitamine e ipotiroidismo

La tiroide per svolgere l’azione di organo endocrino ha la necessità di specifiche vitamine, quindi sarebbe opportuno in ottica preventiva sia curativa fare delle analisi del sangue per valutare che non ci siano eventuali carenze.
Vediamo quali sono queste vitamine:

Vitamina B2 ( Riboflavina )
Il deficit immunologico ed energetico correlato con l’ipotiroidismo è in parte dovuto a un possibile deficit Vitamina B2, detta anche vitamina dell’energia.
Possibili cause che possono portare a carenza di vitamina B2 sono:
Eccesso di cibi raffinati
Abuso di grassi
Eccessivo apporto di zuccheri
Scarso apporto proteico
Gastrite cronica 
Enterocolite
Raggi UVA inibiscono la riboflavina
Uso prolungato di farmaci quali gli antipsicotici derivati della fenotiazina, gli antidepressivi triciclici e i contraccettivi orali contenenti estrogeni 
I sintomi che ci possono mettere in allarme su possibile una carenza di riboflavina o vitamina B2 sono screpolature alle labbra, febbri e tagli agli angoli della bocca, arrossamento della lingua e degli occhi, che diventano anche insolitamente sensibili alla luce. 

Vitamina B12 ( Cobalamina )
Un deficit di vitamina B 12 aggrava i sintomi di ipotiroidismo.
Depressione
Letargia
Affaticamento
Turbe della memoria
Disturbi del sonno
Inoltre l’ipotiroidismo è a sua volta può portare a un deficit di vitamina B 12 e di vitamina B9 con conseguente iperomocisteinemia, un aminoacido che può aumentare il rischio di malattie cardiovascolari.
Considerando come le fonti di B 12 sono perlopiù di origine animale, chi avesse optato per un regime vegano dovrebbe vagliare tenere sempre sotto controllo i valori di questa vitamina, ed eventualmente compensasre una possibile carenza con integratori specifici. In un soggetto ipotiroideo sarebbe opportuno tenere i livelli di B 12 verso i valori massimi.

Vitamina C
La vitamina C oltre ad esssere un potente antiossidante, favorisce l’assorbimento del ferro, si è visto che bassi valori di ferro favoriscono l’ipotiroidismo, in particolare provocano un aumento del tsh reverse.

Vitamina D
Della vitamina D ho già parlato in un precedente articolo. 
La vitamina D stimola la funzione tiroidea e il metabolismo basale con effetto TSH-stimolante.
Un deficit di vitamina D si accompagna spesso a una tiroidite autoimmune: quindi una integrazione di vitamina D migliora la funzionalità tiroidea e grazie ad una azione immunomodulanta riduce gli auto-anticorpi nei pazienti con tiroidite di Hashimoto. 



Test temperatura basale di Barnes

 Esiste un semplice ma efficace test detto “misurazione della temperatura basale di Barnes“, che ci può mettere in allarme su un eventuale problematica tiroidea.
Questo test, misura la temperatura corporea del paziente a riposo, cioè in condizioni “basali”. 
Il test va effettuato dopo una notte di sonno regolare senza cibo, agitazione ed esercizio fisico per 12 ore.
Meglio usare un termometro classico, ricordarsi di scaricarlo la sera. 
Al risveglio, prima di fare qualsiasi cosa, senza alzarsi o muoversi troppo, si prende  il termometro e lo si posiziona nel cavo ascellare.
Dopo almeno 5 minuti si legge la temperatura e la si annota su un foglio.
Il test va ripetuto per almeno 3 giorni consecutivi.  
Se si è in menopausa, si può eseguire il test in qualsiasi giorno, mentre se si è in età fertile (poiché la loro temperatura varia durante il ciclo mestruale mensile) il test andrebbe eseguito il secondo, il terzo e il quarto giorno dopo l’inizio delle mestruazioni.
I valori normali della temperatura così misurata dovrebbero essere fra i 36,5°C e i 36,8°C. Valori inferiori sono indicativi di un possibile ipotiroidismo, e più questi valori sono bassi più questa possibilità si rafforza.  



IL RAPPORTO TRA TIROIDE E COLESTEROLO ALTO  

 Cercare l'ipotiroidismo se c'è ipercolesterolemia.


L'ipotiroidismo è causa frequente di ipercolesterolemia secondaria e dovrebbe essere sempre ricercato in tutti i portatori di dislipidemia. Nella popolazione generale, la prevalenza di ipotiroidismo è stimata intorno al 4.6%, negli ipercolesterolemici, la prevalenza è ampiamente variabile a seconda degli studi ed è compresa tra l'1.4% ed il 13.3%.

La valutazione del TSH e relative frazioni libere degli ormoni tiroidei dovrebbe essere consigliata per tutti i soggetti con dislipidemia, questo è importante in quanto a volte si trattano i pazienti (in particolare le donne ) con farmaci ipolipidemizzanti chi dovrebbe invece essere trattato con sostitutivi degli ormoni della tiroide.

 

Il colesterolo è una sostanza presente in tutte le cellule del corpo. Il corpo lo produce naturalmente ci sono due tipi di colesterolo di importanza clinica:


  • Lipoproteine ad alta densità o colesterolo HDL (noto come colesterolo buono ).
  • Colesterolo lipoproteico a bassa densità LDL (noto come colesterolo cattivo).


La funzione del colesterolo è quella di mantenere l’integrità e la fluidità delle membrane cellulari e di mediare come precursore per la sintesi di sostanze vitali per l’organismo (come gli ormoni steroidei, gli acidi biliari e la vitamina D)..


Una diminuzione dei suoi valori interferisce con queste funzioni, mentre un aumento provoca depositi di grasso nei vasi sanguigni.

C’è un collegamento tra  ipotiroidismo e dislipidemia (ipercolesterolemia e ipertrigliceridemia). Si ritiene che la diminuzione dell’ormone tiroideo nel corpo influenzi la sintesi, il metabolismo e la mobilizzazione dei grassi.


Gli ormoni tiroidei stimolano l’attività della 3-idrossi-3-metil-glutaril-coenzima A (HMG-COA) reduttasi nel fegato e quindi abbassano il colesterolo. Nell’ipotiroidismo questo stimolo viene ad essere rallentato. Inoltre la carenza di ormoni tiroidei, riduce la captazione degli acidi grassi derivanti dai trigliceridi ed è associata ad una minore degradazione dei grassi tra cui il colesterolo. Ne consegue che le cellule sono meno attive nel metabolismo dei grassi con un conseguente accumulo di trigliceridi e di colesterolo LDL a livello del fegato. Il deposito dei grassi è per di più accentuato dal sovrappeso e dal basso tasso di consumo metabolico basale, entrambi favoriti dall’ipotiroidismo. Quest’ultimo in aggiunta provoca un aumento dell’assorbimento di colesterolo a livello intestinale.



   stress cortisolo e tiroide

Il cortisolo prodotto in giuste quantità ha molteplici funzioni: sulla risposta immunitaria, come risposta allo stress, sul controllo della glicemia, sulla digestione, sul bilancio elettrolitico. Nella funzione tiroidea, stimola l’apertura dei recettori (che sono delle specie di serrature) presenti sulle membrane delle cellule per far entrare la T3 e consentirgli di svolgere la sua funzione. 
Con il termine di stress, si indica uno stimolo fisiologico non per forza dannoso, ma fondamentale per stimolare un cambiamento e un adattamento dell’individuo all’ambiente circostante e alle situazioni che vive; in quest’ottica viene considerato stress “positivo” (eustress). Può essere considerato come fonte di consumo di una maggior quantità di energia in risposta a momenti particolari della vita (nuove attività lavorative, relazioni affettive, gare sportive, esami da superare) durante i quali si rende necessaria una risposta di adattamento da parte dell’organismo.
Con il termine di “livello critico di stress” si indica una condizione nella quale si passa da uno stato di stress positivo ad uno di stress “negativo” (distress): in questo caso lo stimolo fonte di stress è particolarmente intenso o prolungato e l’organismo, nel corso del tempo, non riesce più a raggiungere una condizione di adattamento; in tal caso si parla di stress cronico.
Inizialmente nello stress cronico si ha un’eccessiva produzione di cortisolo (fase acuta ): l’organismo reagisce favorendo un risparmio energetico, in quanto il cortisolo tende a ridurre la conversione da T4 a T3 e fa aumentare la quella da t4 a T3 revers (ormone che tiene e freno la T3). 
Successivamente, per esaurimento del surrene, il cortisolo si abbassa (stress cronico con esaurimento psicofisico), la T3 avrà difficoltà a entrare nelle cellule e la conseguenza sarà uno stato di ipotiroidismo accompagnato dai relativi sintomi.

 TIROIDE SECCA IN iTALIA

La tiroide secca è stata utilizzata per decenni in Italia senza alcun problema. Qualche anno fa l’unica l’azienda produttrice decise per proprio conto di interromperne la produzione, molto probabilmente non più vantaggiosa dal punto di vista economico dopo l’avvento della sintetica. Per un lungo periodo il farmaco è stato disponibile solo presso le farmacie svizzere, importato dal Canada o dagli U.S.A. Oggi lo troviamo anche nella Farmacia Vaticana ed in alcune Farmacie di San Marino. In Italia la si può trovare in diverse farmacie come preparato galenico. La importano da America o Canada dove viene preparata secondo le regole della USP (United States farmacopea) che ne garantisce la qualità e standardizzazione. E’ importante comunque che il medico sulla ricetta specifichi sempre “Tiroide secca USP”.

TSH SOPRA 5 

Se si va dal medico con esami per la funzionalità della tiroide con un TSH sopra i 5 mU/l  normalmente ci si sente dire “va bene , facciamo un controllo tra 6 mesi e vediamo se rimane invariato o tende ad aumentare”.  
Il THS sopra i 5 mU/l  è un segnale che la tua tiroide è in sofferenza, sta sempre lavorando nella produzione dei suoi ormoni ma inizia ad essere meno efficace. E’ proprio in questo frangente che va aiutata con la giusta integrazione associata ad un’alimentazione idonea (suggerimenti presenti nelle mie pagin ). Sostenere la tiroide in questa situazione è fondamentale, non bisogna aspettare, evitiamo di farla esaurire. Il rischio è una possibile evoluzione verso un ipotiroidismo irreversibile, la cui unica soluzione sarà la terapia sostitutiva per tutta la vita. Cercare di mantenere la tiroide nella sua migliore condizione è fondamentale se vogliamo rimanere in uno stato di benessere.  
E’ importante ricordare che un paziente può essere positivo agli anticorpi anti tiroide (anti-TG – antiTPS), ma non è detto che manifesti ipotiroidismo. 

TSH AZZERATO E TERAPIA CON  TIROIDE SECCA 

TSH azzerato, il terrore ingiustificato durante il trattamento con tiroide secca.
Spesso succede che un paziente in terapia con tiroide secca, in cui il TSH è normalmente azzerato, venga consigliato dal medico curante di recarsi con urgenza da un endocrinologo, allarmato dal fatto di trovare questo valore anomalo. Questo nonostante i pazienti avessero avvertito della loro terapia naturale.
Valutare solo il TSH non è sufficiente; per avere un quadro completo andrebbero prescritti anche gli esami per i valori della FT4 e della FT3, e ci si accorgerebbe che il paziente è in eutiroidismo, cioè i valori dei livelli degli ormoni tiroidei nel sangue rientrano nel range di normalità.
Il TSH è un messaggero prodotto dall’ipofisi in relazione al livello di ormoni tiroidei circolanti nel sangue; l’ipofisi non viene stimolata nella sua produzione in quanto l’integrazione naturale è sufficiente al bisogno del paziente.
E’ chiaro che questa condizione si ottiene con il giusto dosaggio di tiroide secca. 
Ma non solo, la conferma la si ha con la clinica, basta chiedere al paziente “come sta?”; se la risposta è, “bene dottore” ogni dubbio dovrebbe scomparire.
Con un TSH azzerato ci si aspetterebbero tutta una serie di sintomi tipici di uno stato di ipertiroidismo (agitazione, palpitazioni, nervosismo, dimagrimento, ecc. ecc.) che il paziente non riferisce.
I valori ideali di TSH, FT3 FT4 possono essere così riassunti:
TSH basso o soppresso 
FT3 oltre la metà del range dei valori dati dal laboratorio
FT4 nella meta del range dei valori dati dal laboratorio

Esempio di paziente in cura con tiroide secca:
T.S.H. < 0,0083 microU/ml V.n. 0,35 - 4,94
FT3 3,24 pg/ml V.n. 1,58 - 3,91
FT4 0,90 ng/dl V.n. 0,70 - 1,48

TSH <0,005 microU/ml V.n. 0,270 - 4,200
FT3 4,12pg/ml V.n. 2,00 - 4,40
FT4 13,1 pg/ml V.n. 9,3 - 17,0

Il TSH è azzerato, ma come si può notare i valori della FT4 e della FT3 sono nel range quindi non siamo in una situazione di ipertiroidismo. 


 TIROIDE SECCA OGGI

Molto spesso si sente dire che la tiroide secca non va prescritta in quanto obsoleta, persino inaffidabile o addirittura si dubita che sia di origine animale.          
Direi che sono affermazioni sbagliate; la tiroide secca è a tutti gli effetti un farmaco e come tale è sottoposta a tutti i rigorosi controlli scientifici, tecnici ed igienici tipici dei farmaci. All’estero è un prodotto ancora prescritto e commercializzato. Da tenere presente che fino agli anni ‘70 era l’unica terapia per l’ipotiroidismo, non è mai stata ritirata dal commercio per motivi di sicurezza, inaffidabilità o rischi per la salute pubblica. 
Oggigiorno con le nuove tecnologie la tiroide secca viene preparata secondo le rigide regole della USP (United States Farmacopea) che ne garantisce la qualità e la standardizzazione; sull’etichetta è riportato chiaramente quanta T3 e quanta T4 sono contenute in ogni compressa.
Per quanto concerne i possibili effetti collaterali, escludendo specifiche intolleranze al prodotto stesso o agli eccipienti della compressa, sono sostanzialmente gli stessi che si possono riscontrare nella terapia con la levotiroxina sodica, cioè legati ad un eventuale dosaggio eccessivo, e si manifesteranno con sintomi da ipertiroidismo (tachicardia continua, tremore, agitazione e ansia immotivate, ecc). Sintomi che il paziente riferirà al proprio medico che si attiverà per adeguare il dosaggio.



 sintomi dell' ipotiroidismo

L’ipotiroidismo dell’adulto è una problematica clinica che in questi ultimi anni sta diventando di sempre più frequente osservazione. Il problema è che non sempre si presenta con tutti i suoi classici sintomi, manifestandosi con segni lievi che non fanno pensare alla tiroide.  E’ solo grazie ad un’attenta anamnesi e ad un’accurata osservazione che lo si può sospettare. 
Sintomi spia di ipotiroidismo:
• Temperatura corporea bassa
• Intolleranza al freddo
• Ridotta sudorazione
• Pelle secca 
• Capelli radi, secchi
• Diradamento dei peli e delle ciglia
• Unghie fragili
• Pallore
• Perdita di memoria
• Difficoltà a concentrarsi
• Difficoltà 
• Apatia
• Pigrizia
• Mimica lenta
• Eloquio lento e monotono
• Sonnolenza
• Stanchezza
• Voce roca e profonda
• Bradicardia
• Difficoltà nella deglutizione
• Stitichezza
• Riduzione della libido
• Depressione

Se si hanno alcuni di questi sintomi sarebbe buona norma parlarne al proprio medico curante.
Un semplice prelievo di sangue ci permetterà di poter fare diagnosi. 



Sonno , riposo e tiroide

Attenzione alla quantità (e qualità del sonno).
Un numero insufficiente di ore di sonno, o comunque un sonno disturbato, fa aumentare il lavoro delle ghiandole surrenali con maggiore produzione di adrenalina e noradrenalina nonché di cortisolo. L’eccessiva produzione di cortisolo, soprattutto notturna, momento in cui deve essere prodotto soltanto in minima parte, fa innescare una resistenza agli ormoni tiroidei e un aumento della Reverse T3 che è il freno del metabolismo. Tutto ciò si può tradurre nel tempo in disfunzione tiroidea da mancanza di sonno. È importante, quindi, imparare tecniche rapide per favorire il rilassamento, il sonno riposante e rigenerante.
La connessione tra il sonno e la salute della tiroide è correlata allo stress, in un circolo vizioso di causa effetto. Lo stress, inoltre, può anche esacerbare le condizioni della tiroide come il morbo di Graves o la tiroidite di Hashimoto.
Possiamo  ipotizzare anche uno stretto legame tra la sindrome da stanchezza cronica e il funzionamento della tiroide, poiché la tiroide “comanda” la produzione di ormoni di tutto il corpo, e quindi influenza tutte le funzioni dell’organismo stesso; ne consegue che in caso di scarso funzionamento della tiroide (ipotiroidismo) e quindi bassi livelli degli ormoni tiroidei, ci possa essere un generale rallentamento o riduzione delle funzioni corporee.



Ipotiroidismo e Gravidanza


Una tiroide funzionalmente integra è fondamentale durante la gravidanza in quanto è la madre, con i propri ormoni tiroidei, a fornire al feto tutto l’ormone tiroideo di cui ha bisogno. Quindi se una donna ha poco ormone tiroideo ( ipotiroidismo ), anche il suo bambino può soffrire la mancanza di ormone. Questo può avere ripercussioni negative sullo sviluppo sia fisico che mentale del bambino.
Un ipotiroidismo durante la gravidanza è inoltre una condizione a rischio di aborto spontaneo, parto pretermine, stress e morte fetale, ipertensione ed emorragia post parto.
Trattamento dell’ipotiroidismo in gravidanza.
Per quanto riguarda le donne con terapia sostitutiva in cui è già stata fatta diagnosi di Tiroidite di Hishimoto è importante monitorarle in modo da poter compensare con levotiroxina sodica o tiroide secca eventuali cali di ormoni per maggior richiesta che si possono verificare durante questo periodo delicato. Donne con una storia familiare di malattie della tiroide o altre malattie autoimmuni, ( situazioni a rischio ) così come la presenza di sintomi suggestivi di ipotiroidismo devono subito suggerire al medico di effettuare il dosaggio di TSH Ft3 e FT4 .
A volte è possibile anche avere ipotiroidismo e non avvertire disturbi, cosicché la diagnosi viene posta quando la gravidanza è già in corso. L’ipotiroidismo può anche essere una causa potenziale reversibile di depressione: per questo le donne che soffrono di depressione post parto dovrebbero essere valutate per la presenza di ipotiroidismo ed appropriatamente trattate.
E’ bene ricordare che il trattamento tempestivo ed adeguato dell’ipotiroidismo azzera ogni rischio e “riporta” la donna ipotiroidea in trattamento, ad avere le stesse probabilità di complicanze delle gravide con funzione tiroidea normale.


CONTATTA LO STUDIO PER RICEVERE MAGGIORI INFORMAZIONI

Il Dottor Ciapparelli si rende disponibile anche per visite in videochiamata

CONTATTA LO STUDIO PER RICEVERE MAGGIORI INFORMAZIONI

Il Dottor Ciapparelli si rende disponibile anche per visite in videochiamata

TIROIDE SECCA E LEVOTIROXINA SODICA 

Premetto che l’introduzione della tiroide sintetica è stata sicuramente una novità positiva nell’ambito della terapia dell’ipotiroidismo; ha portato tanti vantaggi rispetto alla tiroide secca. Se un paziente ipotiroideo con un’adeguata terapia con levotiroxina sodica sta bene, e a livello periferico c’è un’adeguata conversione della T4 in T3, non si vede nessuna ragione per cambiare terapia. Ci sono casi in cui nonostante la terapia con T4 sintetica porti a valori di laboratorio nel range (molto frequentemente si valuta erroneamente solo il TSH ) il paziente non sta bene e continua ad avere sintomi da ipotiroidismo; in tal caso un tentativo con la tiroide secca può essere opportuno. Frequentemente questa terapia porta il paziente ad uno stato di benessere. 
C’è uno studio interessante del 2013, anche se un po’ datato, ma può essere intuitivo perché non ce ne sono molti altri successivi. Molto probabilmente non c’è interesse economico da parte delle case farmaceutiche.
E’ uno studio comparativo, randomizzato, in doppio cieco fra tiroide secca e L T4, pubblicato su The Journal Clinical Endocrinology & Metaboli.
Si tratta di uno studio scientifico che evidenzia una migliore risposta terapeutica della Tiroide Secca sulla Levo Tiroxina sintetica (L T4) nel trattamento dell’ipotiroidismo.
È importante dal punto di vista scientifico perché è uno studio prospettico (non retrospettivo), randomizzato (i pazienti sono stati assegnati in modo casuale ad un tipo di trattamento piuttosto che ad un altro) e in doppio cieco (le persone reclutate non sapevano che tipo di terapia stavano assumendo né lo sapevano i ricercatori coinvolti).
Sono stati inclusi nello studio 70 pazienti ipotiroidei (età dai 18 ai 65 anni) in trattamento di mantenimento con Levotiroxina (T4) da almeno 6 mesi.
I pazienti sono stati suddivisi in modo random (randomizzati) per quanto riguarda la terapia sostitutiva tiroidea (Tiroide Secca oppure L T4), che hanno assunto per un periodo di 16 settimane.
Quindi: 35 pazienti hanno assunto Tiroide Secca e 35 pazienti hanno assunto Levotiroxina (T4) per 16 settimane.
Successivamente i pazienti hanno invertito la terapia. Ovvero chi prendeva la Secca ha preso T4 e chi prendeva T4 ha preso la Secca, questo al fine di comparare la differente risposta alla terapia.
Sono stati eseguiti esami ematochimici (del sangue), test cognitivi (es. test per memoria, decision making e concentrazione…) e sono stati valutati i sintomi da ipotiroidismo con uno specifico punteggio, prima e dopo ciascuna terapia.
Il risultati hanno mostrato un significativo miglioramento dei sintomi nei pazienti trattati con Tiroide Secca maggiore rispetto a quelli trattati con L T4, come evidenziato dal General Health Questionnaire (GSQ-12) e dal Thyroid Symptom Questionnaire (TSQ).
Inoltre i pazienti con la Secca hanno perso in media 1,8 kg di peso corporeo.
I pazienti che prima della cura avevano manifestato sintomi come:
• Bassi livelli di energia
• Difficoltà di concentrazione e memoria
• Ridotta capacità di decision making (processo che porta a prendere una decisione)
• Insonnia
sono migliorati sensibilmente con la Tiroide Secca.
Alla fine dello studio:
• il 48.6% dei pazienti ha preferito la Tiroide Secca
• il 18.6% dei pazienti ha preferito L-T4
• il 32.9% dei pazienti non ha manifestato preferenze.
In sintesi, lo studio ha mostrato che un numero significativo di pazienti ha sperimentato un miglioramento dei sintomi fisici e mentali quando trattato con la Tiroide Secca.
J Clin Endocrinol Metab. 2013 May;98(5):1982-90.
Desiccated thyroid extract compared with levothyroxine in the treatment of hypothyroidism: a randomized, double-blind, crossover study 
(L’estratto di tiroide comparato con la levotiroxina nel trattamento dell’ipotiroidismo: uno studio randomizzato, controllato e in doppio cieco)
Hoang TD1, Olsen CH, Mai VQ, Clyde PW, Shakir MK.




CONTATTA LO STUDIO PER RICEVERE MAGGIORI INFORMAZIONI

Il Dottor Ciapparelli si rende disponibile anche per visite in videochiamata

Share by: